di Andrea Pellegrino I punti su cui batte Vincenzo De Luca, ormai, sono arcinoti. Trasformazione urbana, fondi europei ed ecoballe, le tre spine nel fianco del governatore che a pochi mesi dall’elezione a Palazzo Santa Lucia già butta le mani avanti. Sulle ecoballe, infatti, il conto del governatore ammonta a 500 milioni di euro. Una cifra che avrebbe fatto rabbrividire non tanto il «largo di maniche» Matteo Renzi, quando il Ministero dell’Economia che avrebbe espresso fortissime perplessità in merito alla richiesta. Ma De Luca avverte: «Niente soldi, niente piano». Ma il governatore smorza anche l’entusiasmo sull’eventuale proroga per la certificazione dei fondi europei. Infatti, lo slittamento sulla prossima programmazione riguarderà i finanziamenti che superano i 5 milioni di euro. Per il resto le opere dovranno essere completate e quindi certificate entro il 31 dicembre 2015. Ed anche in questo caso Vincenzo De Luca avverte: «Per ora contiamo almeno 200 amministrazioni comunali in Campania che andranno in dissesto». Sì, perché, chi non riuscirà a certificare la spesa dovrà restituire i soldi all’Unione Europea ed intervenire con propri fondi per il pagamento di ditte e materiali. Colpa dell’accelerazione della spesa, dice Vincenzo De Luca che accusa Caldoro di «aver finanziato anche qualche concertino in Campania». Poi l’attacco ai giornalisti e ad Rai3, dopo i recenti servizi andati in onda nei giorni scorsi. «E’ la più grande fabbrica di depressione che compie atti di camorrismo giornalistico, attacchi personali, atti di imbecillità, ma non ingenua. Una cosa è la camorra, un’altra il camorrismo. Il camorrismo è un atteggiamento mentale, una propensione a esercitare forme di violenza non meno pericoloso della camorra sulla persona, ci sono campagne che distruggono le famiglie, le persone, questo per me è camorrismo giornalistico. Se si fa una trasmissione su Rai 3 e poi viene spezzettata e ridotta a tre secondi che non significano niente, questa è una forma di camorrissimo». «Io – ha aggiunto – non ho nessun problema a parlare chiaro. L’idea che ci sia un’area che non può essere sottoposta a critica non va bene, solo perchè uno scrive su un giornale non può essere criticato non va bene. Non ti puoi permettere di dare un’immagine di delinquente a qualsiasi cittadino, non mi puoi definire il condannato. Se scrivi che sono un truffatore hai calpestato la mia dignità, la mia famiglia e la mia vita. Se parlate di una vicenda giudiziaria – ha affermato rivolgendosi ai giornalisti – dovete dire a, b, e c». Infine, De Luca ha definito Rai3 una «lobby radical chic del paese». Replica, con una nota, Andrea Vianello, direttore di Rai3: «Definire “camorrismo giornalistico” il lavoro di una rete del servizio pubblico e dei grandi professionisti che ne fanno parte è assolutamente inaccettabile. Tutte le critiche sono bene accette, ma questa volta si è passato il limite».
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